That’s Amore
Francesco Pinto
Capitolo 7
Waltz Fantasy
(Michaïl Glinka, versione solo piano 1839)
Il colonello Allen era un uomo brutale. Emanava un’onda di violenza che investì Samuele non appena l’uomo entrò nel piano bar.
I cappelli tagliati cortissimi, la mascella quadrata dove una volgare fossetta centrale la faceva da padrona, gli occhi di un azzurro gelido, il corpo tozzo e massiccio, quasi senza collo, davano immediatamente l’impressione di un bufalo pronto a caricare. Lo seguiva il tenente Willer, un lungagnone sottile con una faccia da bambino cresciuto troppo in fretta, che si muoveva cauto, come il pesce pilota accanto allo squalo.
Contrariamente agli altri ufficiali Allen si era presentato in divisa, con la giacca blu dove stavano indicati i gradi e due file di decorazione sul taschino di sinistra. Era evidente che era lì solo per le insistenze della moglie e si sedette, seccato, al tavolo dovel lei stava chiacchierando con altre due signore. Rispose a monosillabi ai tentativi della donna di coinvolgerlo in quello di cui stavano parlando con leggerezza e si immerse in una fitta conversazione con il suo sottoposto. Si accorse subito degli occhi del pianista che lo stavano studiando e gli puntò immediatamente addosso i suoi per communicargli di non impicciarsi e di limitarsi a suonare.
« Attenzione, Sam, e non se lo faccia nemico » lo ammonì a bassa voce Moore che era vicino al piano per controllare la sala e aveva prontamente colto lo sguardo di sfida tra i due.
« Perchè ? »
« Èn un uomo pericoloso. Consigliere militare prima in Indocina e poi in Sudafrica; a Berlino era tra quelli che conduceva gli interrogatori delle spie catturate. Qualcuno non è uscito vivo da quelle stanze. Lo sanno tutti ».
« Non piace nemmeno a lei ».
« Diciamo che per me la guerra è una storia tra uomini leali. Allen non la pensa cosi ».
Sentirono un’urlaccio del colonnello rivolto al tenente che forse non aveva ben capito un suo ordine.
« E poi lo vede come tratta i suoi sottoposti » commentò.
La sala improvvisamente si azzittì per l’imbarazzo e la moglie furiosa gli intimò di smetterla. Lui non le rispose nemmeno. I due iniziarono a litigare ad alta voce e Allen, dopo un paio di battibecchi, si alzò infastidito, dirigendosi verso l’uscita insieme a un avvilito Willer mentre la mogle lo inseguiva insultandolo.
« Come mai lo Stato Maggiore tollera un individuo del genere ? »
« Con i suoi metodi non ha mai fallito una missione ed erano tutte in zone… difficili ».
« E qui che ci sta a fare ? Interroga i pizzaioli ? »
« Questo non lo so. Dovrebbe chiederglielo a lui, ma non glielo consiglio. Adesso mi scusi, ma debbo provare a rimediare al pasticcio che ha combinato. Lei suoni qualcosa di allegro ».
Samuele iniziò Lazzarella mentre Moore, dopo avere ordinato un turno da bere gratuito per tutti, si mise a girare tra i tavoli facendo qualche battuta con gli uomini, che rispondevano per le rime, e lanciando dei complimenti galanti alle donne che accettavano lusingate.
L’ometto ci sapeva fare, dovette ammettere Caputo. Alcune delle frasi che era riuscito a percepire erano decisamente preparate e non erano sfuggite a uno come lui abituato ai copioni di De Angelis. Iniziava a piacergli Moore, malgrado il primo incontro andato male, sarebbe piaciuto anche al cavaliere.
Il locale era gestito con efficienza studiata in tutti i dettagli, dal sorriso amichevole del barman fino al movimento dei camerieri. Mancavano solo Lucy del Re, Natascia e le altre ragazze, ma questo era chiedere l’impossibile.
L’atmosfera ritornò ben presto quella abituale e si rilassò sulle note del piano fino a che non attaccò Diana di Paul Anka. Alle prime note un anziano militare invitò la moglie a ballare e strinse la sua antica compagna nella piccolissima pista al centro della sala. Altre coppie lo seguirono, Samuele si accorse delle parole dolci che l’uomo continuava a sussurrare nell’orecchio di lei e non appena lui lo guardò gli fece l’occhiolino cominciando a suonare il Waltz Fantasy di Glinka. Il vecchio soldato lo riconobbe subito e iniziò a volteggiare con la donna mentre gli altri si fermarono formando un cerchio per ammirare i movimenti perfetti dei due. Quando il ballo finì partì un applauso sincero di ammirazione.
La serata continuò fra altri balli e il brusio della conversazione che a Samuele sembrò più alta, almeno di un’ottava, rispetto agli altri giorni. All’ora di chiudere, tutti abbandonarono a malincuore la sala con Moore felice come una Pasqua per la riuscita imprevista della serata.
Prima di andare via il vecchio soldato si avvicinò al pianoforte.
« È stato davvero bravo a comprendere quello che bisbiglavo alla mia Rose esordì con tono cordiale ».
« E lei a capire il brano che stavo suonando » rispose Samuele con un sorriso.
« Vengo da Boston, lì la mia famigli è tra i finanziatori della Symphony Orchestra. Mia madre mi addormentava sulle note delle storielle del bosco viennese mica con le nine nanne. Lei è davvero bravo ».
« Mi sono diplomato con 110 e lode al conservatorio di San Pietro a Majella » rispose modesto Samuele.
« Quello di Cimarosa e Paisiello ».
« Adesso non facciamo paragoni sacrileghi ».
« Ha ragione. Comunque grazie davvero. Sono l’ammiraglio Peterson, comando io qui dentro. Mi venga a trovare quando vuole. Magari parliamo di musica, con gli altri miliari non ho molte occasioni. Se gli Stati finanziassero orchestre invece che gli eserciti sarebbe un mondo meraviglioso ».
« Ma lei non avrebbe un lavoro » rispose con una battuta il pianista.
« Non si preoccupi », sono ricco abbastanza commentò l’uomo con una franca risata. Si allontanò mano nella mano della sua Rosa.
La signora Allen rientrò nella sala quando le donne delle pulizie avevano iniziato a spazzare, i camerieri a lucidare i bicchieri e Samuele a mettere il panno di feltro sulla tastiera. Era ubriaca.
« Mio marito è uno stronzo » sibilò mentre appoggiava gli avambracci sul piano dello strumento.
La frase non prevedeva nessuna risposta e Caputo la guardò in silenzio.
« Non ti preoccupare » continuò lei con un sorrisetto divertito « è una cosa che dico solo a lui. Ti ho confidato un segreto. Dammi una sigaretta ».
Fece qualche tiro nervoso prima di ordinargli : « Facciamo una passeggiata così mi calmo ».
Uscirono all’aria aperta e iniziarono a camminare sui viali simmetrici e ordinate della base con la donna che continuava a fumare nervosa da una nuova sigaretta accesa con la cicca dell’altra.
Incontrarono una pattuglia di ronda che scattò immediatamente nel saluto militare.
« Mi conoscono tutti qua dentro, sono la moglie del colonnello Allen » commentò sarcastica.
La tranquillità della sera inoltrata sembrava averla calmata.
« Cosa è successo ? » chiese prudente il pianista.
« Ti ho già detto che è uno stronzo ? »
« Si ».
« È un uomo impossibile » attaccò lei. Non vedeva l’ora di sfogarsi.
« Tutto quello che dice sono solo ordini da eseguire, immediatamente e senza esitazione. I suoi uomini non ci pensano minimamente a metterli in discussione e, se ci provo io, mi riempie di botte senza lasciarmi un segno. È una tecnica che mi ha detto di aver imparato a Berlino. In questo campo è un vero professionista » concluse con un sorrisetto storto.
« Non ne ha mai parlato con nessuno, signora Allen ? »
« Chiamami Elen. E che cosa andavo a raccontare ? Il mio corpo non ha un livido, un graffito. Le frustrazioni di una casalinga che non ubbidisce al marito ? Non essere ridicolo ».
« E adesso, dov’è ? »
« È partito per una missione urgente di tre giorni, di questo parlava con il povero Willer ed era il motive per cui era in divisa. Naturalmente mentre a casa lo riempivo di insulti ha continuato a prepararsi indifferente la valigia. Per saluto mi ha detto, anzi ordinato, che sarebbe rientrato alle sette e di voler trovare una bistecca ben cotta e una torta di mele. Stai tranquillo e sicuro che lo stronzo varcherà la maledetta soglia di casa esattamente a quell’ora ».
La passeggiata li aveva portati davanti alle vilette a schiera degli alloggi dei pochi ufficiali che, come Martin e Allen, avevano scelto di abitare nella base.
« Abito qui » disse indicando la porta più vicina.
Si guardò intorno e dopo aver mormorato un « Al diavolo » lo afferrò per la sottile striscia della cravatta e lo trascinò dentro.
Fecero l’amore a lungo sul divano del salotto di ingresso, prima ancora mezzi vestiti poi completamente nudi sfogando, lei, la sua rabbia e lui tutta l’energia di tre mesi di solitudine.
Finirono ansimanti ed Elen scappò via immediatamente per ritornare dopo poco avvolta in una pesante vestaglia di seta. Si accomodò sulla poltrona distante del divano per chiarire subito che non ci sarebbe stata una seconda volta.
« Dammi una sigaretta » chiese portando le gambe sotto il corpo con un movimento rapido ed elastico.
« Ti sei calmata ? » domandò Samuele accendendola.
« Si, ma fra tre giorni ricomincia tutto » rispose lei amara.
« Hai mai pensato al divorzio ? »
« La sua è una famiglia potente, mi rovinerebbe. Io di mio non ho niente. Facevo la ballerina in un locale a Berlino dove mi ha conosciuto e voluto a tutti i costi. Sono una preda, non una moglie ».
« Come mai siete in Italia ? »
« È il responsabile, da tre anni, di un’organizzazione che si chiama Stay Behind. Non so altro e non me ne frega niente. So solo che litiga con tutti anche con i suoi colleghi ».
« Lo faceva pure con Martin ? »
« Certo. Anche loro si erano conosciuti a Berlino ed era, forse, il suo unico amico, ma questo però, non impediva delle discussioni tremende, sopratutto in questi ultimi mesi. Le facevano qui in salotto da soli, ma tacevano immediatamente non appena entravo io anche solo per chiedere se volessero una Coca. Una volta mi è sembrato di capire che parlassero di soldi, ma non ne ero sicura ».
« Che tipo era… il morto ? »
« Educato e sempre gentile con me, come con tutte le altre donne e i suoi soldati. Davvero non se lo meritava di essere trattato così ».
« Tuo marito era in sala quando c’è stato l’omicidio ? » chiese cauto Samuele.
« Non lo so, stavo altrove ».
« Dove ti eri cacciata ? »
« Nello sgabuzzino della biancheria, a scoparmi il tenente Willer ».
1956. Le colonel Martin, universellement aimé et admiré, s’est fait tuer au cours d’une grande soirée à la base de l’OTAN à Naples. Pour sauver un chanteur de variétés local un peu crétin, qui risque de porter le chapeau, Sam Caputo, pianiste de talent dans une boîte à filles, est envoyé, sous le prétexte de dépanner l’organisateur des festivités, enquêter prudemment sur les circonstances du drame. Il y rencontre le colonel Allen, universellement méprisé et détesté mais craint. Et sa femme.
(Traduction : c.l. pour L.G.O.)
That’s Amore
Francesco Pinto
Chapitre 7
Waltz Fantasy
(Mikhaïl Glinka, version pour piano seul 1839)
Le colonel Allen était un homme brutal. Il émanait de lui une onde de violence qui avait frappé Samuel dès que l’homme était entré dans le piano-bar.
Les cheveux coupés très courts, la mâchoire carrée avec une vulgaire fossette centrale qui se donnait des airs de patronne, les yeux d’un bleu glacé, le corps trapu et massif, presque sans cou, donnaient immédiatement l’impression d’un buffle prêt à charger. Il était suivi du lieutenant Willer, long et mince, avec un visage de gamin qui aurait grandi trop vite, qui se déplaçait avec prudence, comme le poisson-pilote d’un requin.
Contrairement aux autres officiers, Allen était arrivé en uniforme, avec une veste bleue où se voyaient son grade et deux rangs de décorations sur sa poche de poitrine gauche. Il était évident qu’il n’était là que sur l’insistance de sa femme et il s’était assis, de mauvaise humeur, à la table où elle discutait avec deux autres dames. Il répondit par des monosyllabes aux tentatives qu’elle fit pour qu’il prenne part à leurs propos légers et se plongea dans une conversation serrée avec son subordonné. Il s’aperçut tout de suite que les yeux du pianiste l’observaient et y planta aussitôt les siens pour lui faire savoir qu’il devait se mêler de ses affaires et se contenter de jouer.
« Fais gaffe, Sam, ne t’en fais pas un ennemi » lui chuchota Moore qui se trouvait près du piano pour surveiller la pièce et qui avait saisi au vol le regard de défi échangé par les deux hommes.
« Pourquoi ? »
« C’est un homme dangereux. Conseiller militaire, d’abord en Indochine, puis en Afrique du Sud ; à Berlin, il a fait partie de ceux qui menaient les interrogatoires des espions capturés. Il y en a eu qui ne sont pas sortis vivants de ces pièces. Tout le monde le sait ».
« Il ne vous plaît pas à vous non plus ».
« Disons que, pour moi, la guerre est une histoire entre hommes loyaux. Allen n’est pas de cet avis ».
Ils entendirent un rugissement du colonel à l’adresse du lieutenant qui n’avait peut-être pas bien compris un de ses ordres.
« Et puis, vous voyez comment il traite ses subordonnés », commenta-t-il.
La salle, gênée, fit subitement silence et sa femme, furieuse, lui ordonna d’arrêter. Il ne lui répondit même pas. Ils commencèrent à se disputer à haute voix et Allen, après quelques prises de bec, se leva, agacé, et se dirigea vers la sortie, suivi d’un Willer abattu, tandis que sa femme le suivait en l’insultant.
« Comment se fait-il que l’état-major tolère un individu pareil ? »
« Avec ses méthodes, il n’a jamais raté une mission, et elles étaient toutes dans des zones… difficiles ».
« Et ici, qu’est-ce qu’il fait ? Il fait parler les pizzaïolos ? »
« Ça, je n’en sais rien. Vous devriez le lui demander, mais je ne vous le conseille pas. Maintenant, il faut m’excuser, mais je dois essayer de réparer le bordel qu’il a mis. Jouez quelque chose de gai ».
Samuel se mit à jouer Lazzarella, tandis que Moore, après avoir commandé une tournée gratuite pour tout le monde, se mit à faire le tour des tables en échangeant quelques plaisanteries avec les hommes, et en lançant galamment quelques compliments aux femmes qui, flattées, les acceptèrent avec bonne grâce.
Le petit homme sait y faire, se dit Caputo. Certaines des phrases qu’il avait réussi à saisir au vol étaient certainement des phrases toutes prêtes, qui n’auraient pas pu échapper à quelqu’un comme lui, rompu aux scripts de De Angelis. Moore commençait à lui plaire, malgré leur première rencontre qui ne s’était pas bien passée. Il plairait aussi au Cavaliere. L’endroit était géré avec une efficacité étudiée dans les moindres détails, du sourire amical du barman aux mouvements souples des serveurs. Il n’y manquait que Lucy del Re, Natacha et les autres filles, mais ça, c’eût été demander l’impossible.
L’atmosphère redevint vite habituelle et se détendit au son du piano jusqu’à ce qu’il attaque Diana de Paul Anka. Dès les premières notes, un militaire d’âge respectable invita sa femme à danser, la serrant dans ses bras sur la minuscule piste de danse au centre de la pièce. D’autres couples les suivirent. Samuel comprit les mots doux que l’homme murmurait à l’oreille de sa cavalière et dès qu’il regarda dans sa direction, lui fit un clin d’œil et se mit à jouer la Waltz Fantasy de Glinka. Le vieux soldat la reconnut aussitôt et se mit à tournoyer avec sa cavalière tandis que les autres s’arrêtaient pour former autour d’eux un cercle et admirer les mouvements parfaits du vieux couple. Quand la danse prit fin, de sincères applaudissements d’admiration éclatèrent.
La soirée se poursuivit , entre les autres danses et le brouhaha des conversations dont le niveau parut à Samuel plus élevé d’au moins une octave par rapport aux autres jours. À l’heure de la fermeture, tous quittèrent la salle à contrecœur, Moore heureux comme un Pape de la réussite imprévue de sa soirée.
Avant de s’en aller, le vieux soldat s’approcha du piano.
« Vous êtes vraiment fort d’avoir compris ce que je chuchotais à ma Rose », dit-il d’un ton cordial
« Et vous d’avoir saisi tout de suite le morceau que je jouais » répondit Samuel souriant.
« Je suis de Boston, ma famille fait partie de celles qui financent le Symphony Orchestra. Quand j’étais petit, ma mère m’endormait en me fredonnant les Légendes de la forêt viennoise plutôt que des berceuses. Vous jouez vraiment bien ».
« J’ai eu mon diplôme avec 110 et les félicitations du jury au conservatoire de San Pietro a Majella», répondit, modeste, Samuele.
« Celui de Cimarosa et de Paisiello ».
« Oh, pas de comparaisons sacrilèges ! ».
« Vous avez raison. En tout cas, merci. Je suis l’amiral Peterson, c’est moi qui commande ici. Venez me voir quand vous voulez. Nous pourrions peut-être parler musique. Avec les autres hommes de troupe, je n’en ai guère l’occasion. Si les États finançaient des orchestres au lieu de financer des armées, le monde serait merveilleux ».
« Mais vous n’auriez pas de travail », plaisanta le pianiste.
« Ne vous en faites pas, je suis assez riche », repartit l’homme en éclatant de rire. Et il s’éloigna, la main dans celle de sa Rose.
Mme Allen rentra dans la pièce alors que les femmes de ménage commençaient à balayer, les serveurs àastiquer les verres et Samuel à poser la plaque de feutre sur le clavier. Elle était ivre.
« Mon mari est un connard », siffla-t-elle en s’appuyant des avant-bras sur l’instrument.
La phrase n’appelait pas de réponse et Caputo la regarda en silence.
« Ne t’en fais pas », dit-elle avec un petit sourire amusé, « c’est quelque chose que je ne dis qu’à lui. Je t’ai confié un secret. Donne-moi une cigarette ».
Elle tira quelques bouffées nerveuses avant d’ordonner : « Allons faire un tour, ça me calmera ».
Ils sortirent à l’qir libre et se mirent à marcher le long des avenues symétriques et ordonnées de la base, elle fumant toujours nerveusement, chaque nouvelle cigarette allumée au mégot de la précédente.
Ils croisèrent une patrouille qui leur fit le salut militaire.
« Ils me connaissent tous ici, je suis la femme du colonel Allen », commenta-t-elle sarcastique.
La tranquillité de cette fin de soirée semblait l’avoir calmée.
« Qu’est-ce qui s’est passé ? », demanda prudemment le pianiste.
« Est-ce que je t’ai dit que c’est un connard ? »
« Oui ».
« C’est un homme impossible » attaqua-t-elle. Il fallait qu’elle se défoule.
« Tout ce qu’il dit, ce ne sont que des ordres à exécuter, tout de suite et sans hésiter. Ses hommes ne pensent même pas à discuter, et si j’essaie, ils me roue de coups sans me laisser de marques. C’est une technique qu’il m’a dit avoir apprise à Berlin. Dans ce domaine, c’est un vrai professionnel », conclut-elle avec un sourire en coin.
« N’en avez-vous jamais parlé avec personne, Mme Allen ? »
« Appelle-moi Elen. Et qu’est-ce que j’aurais raconté ? Il n’y a pas un seul bleu sur mon corps, pas une égratignure. Les frustrations d’une femme au foyer qui n’obéit pas à son mari ? Ne sois pas ridicule.
« Et maintenant, où est-il ? »
« Il est parti en mission urgente de trois jours, c’est ce dont il parlait avec le pauvre Willer et c’est pourquoi il était en uniforme. Naturellement, à la maison, pendant que je l’abreuvais d’insultes, il continuait à faire sa valise avec indifférence. En guise d’au revoir, il m’a dit, ou plutôt ordonné, qu’il serait de retour à sept heures et qu’il voulait trouver un steak bien cuit et une tarte aux pommes. Sois sûr que le connard franchira le foutu seuil à l’heure pile ».
La promenade les avait amenés devant les maisons mitoyennes des logements des quelques officiers qui, comme Martin et Allen, avaient choisi de vivre à l’intérieur de la base.
« J’habite ici », dit-elle en indiquant la porte la plus proche.
Elle regarda autour d’elle et, après avoir marmonné un « Et puis m…. ! » elle le saisit par l’extrémité la plus mince de sa cravate et l’entraîna à l’intérieur.
Ils firent l’amour longuement sur le canapé du hall d’entrée, d’abord à moitié vêtus puis complètement nus, évacuant, elle, sa rage et lui toute l’énergie de trois mois de solitude.
Ils finirent à bout de souffle et Elen s’échappa immédiatement pour revenir peu après enveloppée dans une lourde robe de chambre en soie. Elle s’installa sur le fauteuil éloigné du canapé pour qu’il soit clair tout de suite qu’il n’y aurait pas de deuxième fois.
« Donne-moi une cigarette » demanda-t-elle en ramenant ses jambes sous elle d’un mouvement rapide et élastique.
« Tu t’es calmée ? « demanda Samuel, en la lui allumant.
« Oui, mais dans trois jours, tout va recommencer », répondit-elle avec amertume.
« As-tu jamais pensé au divorce ? »
« Sa famille est puissante, elle me ruinerait. Je n’ai rien à moi. J’étais danseuse dans le club de Berlin où il m’a connue et voulue à tout prix. Je suis une proie, pas une épouse.
« Qu’est-ce que vous faites en Italie ? »
« Il est responsable, depuis trois ans, d’une organisation qui s’appelle Stay Behind. Je ne sais rien d’autre et je m’en fous. Tout ce que je sais, c’est qu’il se dispute avec tout le monde, même avec ses collègues.
« Il l’a fait avec Martin aussi ? »
« Bien sûr. Ils se sont rencontrés à Berlin et c’était peut-être son seul ami, mais ça n’empêchait pas des discussions terribles, surtout ces derniers mois. Ils s’engueulaient ici, dans le salon, quand ils étaient seuls, mais se taisaient dès que j’entrais, même seulement pour demander s’ils voulaient un Coca. Une fois, il m’a semblé comprendre qu’ils parlaient d’argent, mais je n’en suis pas sûre ».
« Quel genre de type était-ce… le mort ? »
« Poli et toujours gentil avec moi, comme avec toutes les autres femmes et ses soldats. Il ne méritait vraiment pas d’être traité comme ça ».
« Ton mari était dans la pièce quand il s’est fait tuer ? » demanda Samuel, prudent.
« Je ne sais pas, j’étais ailleurs ».
« Où étais-tu passée ? »
« Dans le placard à linge, à m’envoyer le lieutenant Willer ».
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Juin 2022
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